E’ rischioso investire in ETF?
Abbiamo introdotto e tessuto le lodi degli Exchange-Traded Funds qui su Taurus Solutions (si veda ETF: cosa sono e come comprarli?) e li abbiamo poi confrontati con strumenti similari quali i Fondi Comuni – o Mutual Funds, che dir si voglia (ETF contro Fondi Comuni: quale scegliere?).
Procediamo nella nostra analisi degli ETF trattando adesso un tema delicato: il rischio.
Ci sono rischi nell’investire in ETF?
Certo che ce ne sono.
Abbiamo visto come siano strumenti con bassi costi di gestione, piu’ efficienti dei Fondi Comuni dal punto di vista della tassazione, trasparenti e ben strutturati.
OK, ma i rischi? Ce ne sono tanti. Vediamone alcuni:
- Rischio del mercato: Il piu’ grande rischio degli ETF e’ il mercato. Il mercato puo’ salire cosi’ come puo’ scendere e gli ETF seguono l’andamento dei titoli contenuti al loro interno. Torniamo al solito esempio del mercato USA (come detto in precedenza, lo scrivente vive negli USA ed e’ un appassionato del mercato americano). Immaginiamo di comprare l’ETF dell’S&P 500 e che quest’ultimo scenda del 50%. Sebbene l’ETF sia economico, efficiente e trasparente, niente ci puo’ essere di aiuto quando il mercato scende;
- Non giudicare un libro dalla copertina: ci sono ad oggi migliaia di ETF e gli investitori devono scegliere in quale area del mercato andarsi a posizionare. In uno stesso settore, la differenza tra il piu’ performante ed il meno performante ETF puo’ essere del 20%. Il motivo e’ semplice: in uno stesso settore, quale ad esempio quello delle Biotecnologie: un ETF potrebbe concentrarsi sulle compagnie che inseguono la cura al cancro ed un altro ETF sulle compagnie che foniscono strumenti o analisi; entrambe nello stesso settore, ma con obiettivi e business diversi;
- Esposizione a strategie innovative: gli ETF hanno aperto diverse aree del mercato, dalle azioni tradizionali, bonds, commodities, valute estere, opzioni, ecc. Tuttavia, essere esposti ad alcune di queste strategie piu’ esotiche potrebbe comportare rischi maggiori;
- Rischio della controparte: gli ETF sono, per lo piu’, al salvo dal rischio della controparte. Vi sono attivita’ di lending al loro interno, ma in generale sono sicuri. Il rischio della controparte e’ maggiormente importante negli ETN, ovvero gli Exhcnage-Traded Notes. Gli ETN sono semplicemente delle note di debito garantite da una banca. Se la banca fallisce, l’ETN perde valore;
- Rischio di chiusura: Ci sono ETF che sono molto popolari, ma ce ne sono anche altri che lo sono decisamente di meno. Ogni anno, centinaia di ETF chiudono i battenti. Un ETF che chiude non e’ la fine del mondo. Il fondo viene liquidato e gli azionisti pagati in cash. Ci potrebbero essere anche capital gains distribuiti durante la liquidazione. Cosi’ come ci potrebbero essere costi di chiusura ed altri problemi. E’ successo che uno di questi fondi abbia chiesto ai proprio azionisti di sostenere i costi di chiusura (e’ raro, ma e’ successo). Il consiglio e’ di vendere un ETF non appena questi annuncia la propria chiusura. Lo stesso vale per l’acquisto: se il rischio di chiusura e’ alto, meglio starne alla larga;
- Il rischio dello strumento innovativo: Gli ETF si stanno diffondendo rapidamente sul mercato e sono uno strumento relativamente nuovo (almeno per l’investitore medio). Ma attenzione all’eccitazione del momento. E’ importante studiare bene qual e’ la strategia inseguita dall’indice e non fidarsi dei risultati backtest. Una regola d’ora e’ che l’ammontare di soldi da investire in un ETF e’ inversamente proporzionale a quanta attenzione riceve dalla stampa. Se vi e’ un ETF che si concentra su nuove tecnologie, nuovi social media, nuove macchine di apprendimento automatico, ecc, e’ meglio starne alla larga;
- Rischio affollamento: discorso similare al punto precedente. Spesso gli ETF aprono nuove aree di mercato, come ad esempio i prestiti bancari. Negli ultimi dieci anni, tassi di interesse eccezionalmente bassi hanno spinto gli investitori in cerca di rendimenti elevati verso quei pochi settori che offrono un cospicuo potenziale di reddito, come le obbligazioni high-yield, il debito dei mercati emergenti, ecc. Nel caso dei prestiti bancari a elevato rendimento, le cedole a tasso variabile sono risultate allettanti perché possono proteggere questi asset dalle perdite che le obbligazioni a tasso fisso rischiano di subire ora che i tassi di interesse stanno aumentando. Vi sono attualmente miliardi di dollari investiti in Exchange-Traded Funds aventi come sottostante questi prestiti bancari. Il consiglio e’ sempre lo stesso: cosi’ come i soldi possono fluire in grandi quantita’ per la moda del momento, cosi’ questi Exchange-Traded Funds molto specifici potrebbero diventare illiquidi in caso riduzione di interesse in questa moda passeggera (non tutti gli ETF, ovviamente, il riferimento e’ a quelli piu’ esotici);
- Rischio di trading: come le azioni, gli ETF hanno uno spread. Tale spread puo’ essere molto ridotto un giorno, cosi’ come piu’ ampio il giorno dopo. Inoltre, lo spread potrebbe essere basso per le prime 100 azioni mentre venderne 10mila potrebbe essere piu’ problematico. Dell’argomento costi ne abbiamo parlato negli articoli precedenti;
- Rischio disallineamento col mercato: in generale, gli Exchange-Traded Funds sono allineati col mercato, tracciando fedelmente l’andamento dei loro indici e con scambi vicini al loro Net Asset Value (NAV – ne abbiamo parlato qui: ETF contro Fondi Comuni: quale scegliere?). Talvolta, pero’, qualcosa di imprevedibile accade e l’ETF si disallinea con il valore di mercato. Prendiamo l’esempio di quanto accaduto durante la Primavera Araba con la Borsa Egiziana (Market Vectors Egypt ETF). Durante la chisuura, moltissimi investitori occidentali scommisero su forti rialzi non appena la borsa sarebbe riaperta. Ma quando questo accadde, il mercato resto’ invece piatto e l’Exchange-Traded Fund crollo’ in valore. La colpa non fu dell’ETF, ma della scommessa azzardata fatti dagli investitori (o scommettitori, in questo caso).
Conclusioni
Gli Exchange Traded Funds sono strumenti a gestione passiva ma questo non significa che l’approccio degli investitori deve essere passivo quando investono su di essi. E’ importante fare le proprie ricerche, le proprie analisi e valutare opportunamente su cosa si sta investendo.